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Renault E-Tech: alla fine arriva l'ibrido come lo conosciamo oggi

I primi esemplari di Renault plug-in hybrid Z.E. on demand furono assegnati ai direttori e dirigenti di Renault. In breve tempo, non si è più parlato d’Entry e di M0, bensì di M1, ossia di modelli versatili e compatti, tra cui Mégane. Proprio a Mégane si farà riferimento per la calibrazione della futura motorizzazione E-Tech. Era, quindi, necessario che la LocoDiscoBox si evolvesse per renderla compatibile con questo modello e con le aspettative in termini di prestazioni. Vengono poi trovate due soluzioni per due campi d’azione diversi: l’introduzione di un secondo motore elettrico per le basse velocità e l’aggiunta di un quarto rapporto sul motore termico per le alte velocità.JEAN-MARIE VESPASIEN – Responsabile sviluppo E-TECH, ha parlato di questa evoluzione: “Sussisteva il problema dello stacco della coppia tra la prima e la seconda, a bassa velocità. Secondo noi, la soluzione stava nell’aggiunta di un piccolo motore elettrico in sostituzione dei sincronizzatori del cambio tradizionale per facilitare l’innesto e rendere l’accelerazione fluida grazie a un apporto immediato di coppia. Un altro punto caldo: il controllo del funzionamento dell’innesto a denti. Non era facile perché i nostri erano denti piatti come quelli utilizzati in Formula 1 e non del tipo ‘a tetto’. I denti piatti funzionano meglio con il passare del tempo, sono a priori più affidabili. Ma hanno anche l’inconveniente di rischiare di innestarsi meno bene. Bisognava, quindi, che questa idea fosse convalidata da specialisti del controllo”.
L’aggiunta del piccolo motore elettrico
Ahmed Ketfi-Cherif – responsabile del controllo E-Tech, il quale aveva già supervisionato la messa a punto della prima versione della LocoDiscoBox, non solo approva l’idea del piccolo motore elettrico aggiuntivo per migliorare il funzionamento del sistema con innesto a denti, ma vede anche altri vantaggi: “Il motore di tipo HSG (High-voltage Starter Generator o starter ad alta tensione) che abbiamo scelto consentiva, per esempio, al sistema di funzionare come ‘ibrido di serie’ su basse velocità per incrementare comfort e flessibilità. Tutto questo senza necessitare di un grande stoccaggio di energia, permettendo così di ridurre la capacità della batteria e di eliminare la presa di ricarica. La futura motorizzazione E-TECH, con base ibrida plug-in, si sdoppiava così in una versione ibrida ‘semplice’. Questo moltiplicava le possibilità di utilizzo nella gamma!”.prosegui la letturaRenault E-Tech: alla fine arriva l’ibrido come lo conosciamo oggi pubblicato su Autoblog.it 18 agosto 2020 13:04.

Fonte: Autoblog

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